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LE COSTRUZIONI ANTI-SISMICHE
Dopo il grave sisma che ha recentemente colpito l'Abruzzo è legittimo domandarsi se è possibile pre venire , o almeno ridurre, i danni e le vittime dei terremoti in Italia.
La costruzione di edifici antisismici è la risposta più logica, ed è regolata da una serie di norme che sono state promulgate a partire dagli anni '70 sino ai provvedimenti più recenti in ordine di tempo come il D.L. 39/2009 per l'Abruzzo che attiva il D.M. del 14 gennaio 2008 ( Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni ) , e definisce i principi per progettare, realizzare e collaudare edifici antisismici, in vigore dal 1 luglio 2009.
Già a partire dall'anno 2001 tutte le nuove costruzioni dovevano essere progettate per sopportare azioni di tipo sismico di entità superiore di circa il 20-30% rispetto a quelle previste in passato.
Ma come è fatto un edificio a prova di sisma? Cosa lo rende più sicuro rispetto alle precedenti costruzioni?
Prima di analizzare i materiali e i metodi di costruzione è utile soffermarci a parlare della v alutazione del rischio sismico della zona dove sorgerà l'edificio. Il punto di partenza è sicuramente un'accurata analisi del sottosuolo e delle caratteristiche geo-morfologiche . La classificazione delle zone a rischio sismico in Italia va da 1 (grado più alto) a 4.
Un edificio “a prova di sisma” deve avere la capacità di evitare i crolli, perdite di equilibrio e dissesti gravi, totali o parziali.
I materiali che più si prestano per la realizzazione sono il calcestruzzo armato normale o precompresso , ossia cemento integrato da barre d'acciaio ad aderenza migliorata (armatura tipo Feb44k) annegate al suo interno ed opportunamente sagomate ed interconnesse fra di loro (staffe). Le barre possono essere di acciaio con rivestimento speciale e devono avere un diametro opportunamente dimensionato tale da garantire, con ampio margine di sicurezza, le sollecitazioni a trazione cui sono sottoposte. A seconda del rischio sismico della zona dove sorgerà l'edificio, la classe di resistenza del cemento potrà essere più o meno alta (il minimo è Classe 8/10, il massimo è 90/105).
La legge stabilisce inoltre quanto devono essere "armati" pilastri e travi, ossia quanto acciaio ci deve essere in proporzione al cemento. Materiali per la saldatura, bulloni e chiodi devono essere conformi alle normative europee (norme UNI EN ISO) e recare la marcatura CE. Un altro materiale preso in considerazione dalla legge per la costruzione di case antisismiche è il legno , che ha caratteristiche di grande flessibilità, assemblato con adesivi o giunti meccanici.
Nessun materiale è eterno, quindi il consiglio è di effettuare periodici interventi di manutenzione ordinaria, per evitare che la vita dell'edificio risulti già compromessa. Affinché una struttura non crolli o non subisca gravi danni sotto i colpi di un'onda sismica, il rapporto fra trave e pilastro deve essere perfettamente equilibrato . In fase di costruzione la messa in posa di pilastri e travi deve avvenire contemporaneamente, onde evitare la creazione di "giunti" che minano la stabilità dell'edificio. La legge stabilisce la dimensione minima dei pilastri, definita con termine tecnico "snellezza". Quanto alla progettazione, la pianta degli edifici deve essere il più possibile regolare e simmetrica rispetto alle due direzioni ortogonali e alla distribuzione delle masse e della rigidezza. L'altezza deve essere limitata in relazione alla classificazione sismica del territorio: ad esempio, le case che ricadono in zona 1, quella a massimo rischio sismico, non devono superare i due piani di altezza se in muratura ordinaria, tre piani se in muratura armata. " Il segreto di una costruzione a prova di terremoto - spiega Portoghesi - sta nella capacità di prevedere le spinte orizzontali tipiche delle onde sismiche. Per questo, ad esempio, bisogna evitare i cosiddetti tetti spingenti , ossia quelli fatti con travi che spingono verso le pareti. Si devono costruire, invece, tetti a capriata , come quelli delle chiese gotiche, ossia con una struttura portante, dalla forma un reticolare triangolare, con la funzione di sorreggere la copertura del tetto a spiovente". L'edificio antisismico deve quindi poter resistere a torsioni, flessioni, deformazioni, tagli, vibrazioni, fessurazioni, tensioni, corrosioni . Anche le costruzioni in legno vanno sottoposte a prove di tenuta , in particolare per verificare la resistenza a trazioni, flessioni e compressioni sia parallele che perpendicolari alla fibra del legno stesso. In fase di progettazione la resistenza a tutte queste sollecitazioni si ricava applicando le norme di calcolo illustrate dettagliatamente nella legge. Il collaudo statico, invece, deve essere effettuato già in corso d'opera.
La nuova normativa in campo anti-sismico, se pienamente rispettata, garantisce ampi margini di sicurezza, anche nei casi più estremi. Purtroppo, come è accaduto, manca ancora l'obbligo dell'adeguamento di strutture obsolete e un severo e rigoroso controllo dell'applicazione della normativa per le nuove costruzioni, tale da prevenire altri disastri simili.
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