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VARESE E L'EREDITA' MONDIALE

 

Correva l'anno 1951. Varese stava lentamente risorgendo dal periodo post-bellico e lo faceva organizzando una manifestazione di carattere eccezionale: i mondiali di ciclismo tuttora ricordati da tante foto e ricordi……..ancora in bianco e nero.

Da quegli epici eventi firmati Coppi & Bartali (anche se Coppi poi non partecipò, n.d.r. ), Varese si era presentata agli occhi del mondo intero dimostrando una grandissima accoglienza con oltre un milione di spettatori lungo il circuito, record storico tuttora imbattuto per l'evento.

Dopo quasi 60 anni Varese si ripropone per bissare il successo, pronta per il nuovo appuntamento con la storia.

Da questa nuova grande occasione Varese e l'intero indotto territoriale, hanno ricevuto l'eredità oltre che di una indimenticabile esperienza, anche di numerose opere pubbliche che lasceranno un segno positivo per molti decenni.

Spesso, infatti, si attendono i grandi eventi (vedi, sebbene con le dovute proporzioni, l'Expo di Milano 2015 o le recenti Olimpiadi di Pechino) per dare un radicale impulso e sviluppo a molte politiche territoriali “congelate” nel dimenticatoio, spesso anche per mancanza di fondi ed incentivi concreti.

L'evento “mondiale” del settembre 2008 a Varese, oltre ad essere stato un enorme palcoscenico per il territorio ospitante, è stato anche un grande “ salvadanaio ” dal quale attingere per rifare il look e permettersi anche qualche “extra”.

Anche Varese, quindi, esce dall'esperienza dei mondiali con alcune opere, in parte private e in parte pubbliche (certamente non paragonabili a quelle di Pechino), che altrimenti difficilmente sarebbero state realizzate.

Tutte le istituzioni interessate dal percorso e dall'evento hanno duramente lavorato negli ultimi mesi, per presentarsi pronti all'appuntamento di gala ; tantissimo lavoro da concentrare nel risultato finale di una sola giornata, quella che più di tutte ha contato.

Gli interventi che maggiormente hanno interessato, anche direttamente, tutti i varesini, sono stati certamente quelli rivolti al rifacimento del manto stradale e alla creazione di nuove rotonde. Tutti noi, penso, abbiamo avuto a che fare con rallentamenti, deviazioni, ingorghi, dovuti a questi lavori apparentemente scomodi, ma di grande importanza per la corretta realizzazione della manifestazione.

L'abbellimento per un'immagine della città più decorosa ha riguardato anche il ripristino floreale e decorativo delle rotonde e delle aiuole principali lungo il tragitto, degne della migliore nomea di città-giardino; nuovi e talvolta bizzarri monumenti sono inoltre comparsi sul tracciato a identificare e marcare con precisione il contesto territoriale, dando corso a dibattiti, critiche varie tra i mass-media e la popolazione.

Per accogliere le centinaia di migliaia di spettatori da tutto il mondo, attesi per tutta la durata dell'evento, gli alberghi di Varese e dintorni non erano certamente sufficienti: ecco che abbiamo quindi assistito a una vera e propria corsa contro il tempo per realizzare motel e hotel in grado, non tanto di soddisfare le esigenze del momento (infatti il popolo degli amanti del ciclismo è solito “arrangiarsi alla spiccia” con camper, tende e cibo portato da casa!) quanto di lasciare….in eredità nuovi accoglienti hotel e sale congressi, finora ancora troppo carenti per un capoluogo che si pregia del titolo di Varese…. Land of tourism !

La cementificazione selvaggia che tanti temevano non credo però abbia avuto un ruolo determinante e prevalente se confrontato con le reali esigenze del momento. Tralasciando giudizi meramente estetici e soggettivi, l'impatto ambientale sul territorio credo sia stato accettabile.

La Varese che “ha sopportato” l'evento mondiale, scomodo per molti, ma non per tutti, congestionata nell'afoso traffico estivo delle continue asfaltature del percorso, si può però finalmente consolare con il completamento del primo lotto della tangenziale (o tangenzialina perché quella vera a quattro corsie, è ancora legata al complesso progetto della Pedemontana, forse pronto nel 2015) in grado di collegare “di netto” la zona nord con la zona est, decongestionando il traffico dall'imbuto di Valle Olona. I lavori del primo tratto sono stati realizzati a tempo di record: una serie di viadotti, in alcuni tratti anche molto scenografici con il passaggio attraverso il ponte ferroviario, interrotti, a mio avviso, da una pericolosa gincana degna di un circuito di formula 1 che diventerà una futura rotonda. Il secondo lotto da via Vanetti fino alla rotonda dell'Iper è tuttora in corso di avanzamento con febbrile lavoro da parte degli operatori preposti.

Altre opere pubbliche degne di nota per il territorio del capoluogo, sono stati alcuni nuovi parcheggi localizzati in zone strategiche, come quello di via Trentini –zona Questura - dislocato in un contesto fortemente caratterizzato da un coacervo di realtà quotidiane quali scuole, enti pubblici, ferrovia. Dell'altro grande parcheggio di viale Europa pronto a servire parte del centro e degli Uffici Finanziari……non si sa purtroppo più nulla.

Varese ha quindi pazientato per tanti mesi, ha sopportato disguidi e ingorghi e l'affollamento massiccio del popolo ciclista, ma è stata, almeno un'altra volta nella storia, al centro del mondo intero.

 

N.B. foto tratte dal sito www.varese2008.org

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